giovedì 10 settembre 2009

.
E' poco che tu dica a te stessa di essere astuta, ami farti investire dalle conseguenze che sai ti travolgeranno, e ami consapevolmente ciò. Ma, credi davvero di potercela non-fare? Non stupirti di guardare chi sei, anche se quegli occhi sono stanchi: anche loro sono ciò che sei. Qui non dovresti essere inquieta -fragile si- ti viene concesso, ma null'altro. Sei dentro il tuo cerchio, la tua corona. Qui ri-trovi le tue scarpette di vernice, la tua gonnellina rossa e quella bambola di pezza che sognava tra piccole paffute mani. Ora ricordi? Voglio che tu abbia infiniti cassetti - non solo i più preziosi che ti abbiano donato - ne voglio di solo tuoi, li riempirai con ogni battito d'ali, anche il più lieve.  Ricorda allora: che siano colori o meno, sfumature, incisioni, congetture o volontà le riporrai.

4 commenti:

  1. Credo sia del mio cervello impazzito..

    RispondiElimina
  2. Accade, un giorno, in cui l'inevitabile sopravvento del significato entra violentemente nei nostri pori e non possiamo che osservarci da distante. A volte ci si giudica ed altre si traggono conclusioni, più o meno sbagliate. Ma è inevitabile. Capùt!

    RispondiElimina
  3. E' inevitabile la conseguenza -forse sbagliata- quanto il bisogno di metterla nero su bianco. E' inevitabile smettere di farlo quando senti quasi una liberazione dopo esserti quasi svuotata e analizzata personalmente.

    RispondiElimina