lunedì 21 marzo 2011

"Queste parole spiegano in modo indiretto l'oggetto principale del processo compositivo miesiano: 'Quel che importa non il che cosa, ma unicamente il come, il fatto che produciamo beni, e quali mezzi usiamo per produrre, non significa nulla da un punto di vista spirituale. Che costruiamo edifici alti o bassi, con acciaio o con vetro, non ha importanza dal punto di vista di questa architettura (...) Ma proprio il problema del valore è decisivo' [Mies van der Rohe, "il tempo nuovo", 1930, F.Neumeyer, Mies van der Rohe: le architetture, gli scritti, pag.301].
La forma architettonica è indubbiamente il fine ultimo a cui ambire, anche se non deve diventare un obiettivo immediato da raggiungere piuttosto il risultato di un processo strutturato attorno al 'come' che porta a caratterizzare una forma in forma architettonica, rivelatrice dei valori spirituali e culturali della realtà. Il 'come' è quindo l'oggetto che permette di discernere la qualità della quantità, il valore della banalità; nell'architettura miesiana 'il come' si identifica in una serie di 'strategie' compositive e costruttive che conducono alla bellezza architettonica che si identifica con il Vero, ossia ad un'espressione esatta delle forme architettoniche. Queste 'strategie' possono essere sintetizzate in due espressioni miesiane: Less is more (il meno è il più) e 'Dio è nel Dettaglio', il primo definisce un approccio compositivo ed espressivo dell'opera, il secondo rinvia, in modo complementare al primo, all'approccio costruttivo, dove la tecnè è unitamente connessa alla forma, come espressione di intelligibilità dell'architettura.
 tratto da: "Mies van der Rohe"
-Chiara Toscani-

2 commenti:

  1. e pensare che qualcuno afferma dell' inutilità dei blog, dopo questo post mi son fatto miesiano. per non parlare dei commenti

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  2. A volte i blog sono inutili, mio caro.
    Ma Mies è sempre Mies, e ci si può trovare sempre un buon motivo per adorarlo.

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