venerdì 30 ottobre 2009


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"La stoltezza, l'errore, l'avarizia, la colpa
ci occupano l'anima e il corpo ci fan guasto,

e noi ci offriamo ai nostri cari rimorsi in pasto,
come il povero sfama le zecche che lo spolpano.
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Siamo incalliti reprobi e penitenti pavidi;
d'ogni nostro confiteor facciam lucro e commercio,
poi torniamo nel fango lietamente a giacerci,
speranzosi che vili lacrime ce ne lavino.
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Satana Trismegisto lungamente ci culla
sul cuscino del male lo spirito stregato,
e dei nostri propositi ogni ricco carato
fa con esperte alchìmie svaporare nel nulla.
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E' lui che regge i fili dei fantocci che siamo:
ci lasciamo sedurre dall'oggetto più basso,
e ogni giorno all'Inferno senza orrore, d'un passo,
attraverso mefitiche tenebre discendiamo.
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Come un vizioso povero succhia e copre di baci
il seno martoriato d'una vecchia sgualdrina,
noi rubiamo una gioia rapida e clandestina,
e tutta la spremiamo, come un'arancia fracida.
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Compressa, innumerevole, come vermi in fermento,
ci fa baldoria in capo un'orda di Demoni,
e, quando respiriamo, la Morte nei polmoni
di nascosto dilaga un confuso lamento.
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Se lo stupro e l'incendio, il pugnale e il veleno,
di vezzosi ricami non hanno ancor guarnito
dei nostri giorni il grigio miserevole ordito,
è che ogni volta, ahimè, l'animo ci vien meno!
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Ma frammezzo la lonza, la pantera, la vipera,
lo sciacallo, la scimmia, l'avvoltoio, la biscia,
fra i mostri che grugniscono, latrano, urlano, strisciano
nell'infame serraglio che i nostri vizi stipa,
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uno ve n è, più laido, più maligno, più immondo,
che senza grandi gesti, senza grida di guerra,
farebbe di buon grado diroccare la terra,
e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo:
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il Tedio! Pregni gli occhi d'un suo pigro rovello,
egli sogna patiboli, fumando il narghilè:
tu questo molle mostro conosci al par di me,
o ipocrita lettore, mio simile, fratello!"
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tratto da "Les Fleurs du Mal"
-Charles Baudelaire-

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